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Pur nella totale assenza di documenti cui far riferimento, appare sufficiente la conoscenza dell’organizzazione ecclesiastica nella Puglia longobardo-bizantina, perché si possa desumere che Andria, finché non fu elevata al rango di città e, perciò, in quanto “villa” e “chorion” fu il centro di un “distretto arcipretale” ed ebbe una “Chiesa arcipretale” che fungeva da “Ecclesia baptismalis”, con oneri come l’amministrazione dei sacramenti e benefìci come il diritto di decima.

Nel 1063 Alessandro II confermava l’arcivescovado di Trani, con le sue parrocchie, sede dell’Arcivescovo barese. Tra queste parrocchie figuravano Minervino, Montemilone, Andria e Canosa, eccetto la chiesa dei SS. Giovanni e Paolo, in seguito chiesa di S. Sabino. Urbano II, poi, nel 1089 rese la Chiesa tranese direttamente dipendente da Roma. Dal “Liber censuum Romanae Ecclesiae” risulta che, tra le parrocchie sopra nominate, solo Andria e Bisceglie furono promosse e ordinate a vescovadi suffraganei (cfr. F. Porsia e R. Licinie, Città e diocesi di Puglia nell’XI secolo, in “Puglia XI secolo”. Bari 1975, pag. 305-306).

Tra le varie ipotesi avanzate dagli storici per stabilire il periodo in cui fu costituita la diocesi di Andria, le più storicamente probabili appaiono le seguenti:

  1. Al tempo del re Ruggiero, dopo che questi ebbe vinto ed imprigionato il ribelle conte Goffredo, riducendone la contea a feudo-regio, Ruggiero avrebbe istituito la diocesi di Andria, col beneplacito di Papa Clemente II (1046-1047), eleggendovi a reggerla un ecclesiastico a lui fedele: Leone.
  2. Probabile appare anche una supposizione affacciata dal Papebroch in forma dubitativa, accettata acriticamente da alcuni storici locali, secondo la quale «la dignità episcopale fu donata ad Andria dal Papa Gelasio II (1118-1119)» quando risiedeva in Terracina.
  3. Più convincente appare, invece, supporre che Andria ottenne la sede vescovile ai tempi dell’Arcivescovo di Trani, Ubaldo, durante il pontificato di Innocenzo II (1130-1143).

La tradizione, tuttavia, ancor viva ai tempi di Francesco II Del Balzo, vuole che il primo Vescovo di Andria sia stato “Richardus anglicus”, consacrato dal Papa Adriano IV (1154-1159).

Tale dato potrebbe conciliarsi con le supposizioni sopraelencate. Non è infatti da escludere che quando Leone, Vescovo di Andria per investitura regia, consacrato dall’Arcivescovo di Trani Ubaldo, ma non “confermato” dalla Sede Apostolica, morì, la sede vescovile rimase vacante. Di conseguenza, il primo Vescovo di Andria riconosciuto ufficialmente dalla Santa

Sede sarebbe stato l’inglese Riccardo, ordinato Vescovo ed assegnato a reggere la sede vacante di Andria da Papa Adriano IV, suo connazionale (Nicolò Breakspear), il quale resse la Chiesa di Roma dal 1154 al 1159. Riccardo sarebbe stato «probabilmente… istruito e preparato al sacerdozio in qualcuna delle abbazie benedettine sparse in quasi tutta l’Europa occidentale e particolarmente in Francia ed in Italia» (Biblioteca Sanctorum, XI, col. 162 alla voce “Riccardo”).

Del resto Andria, durante il pontificato di Adriano IV, era sicuramente diocesi: lo comprova – sia pure indirettamente – una Bolla di Adriano IV all’Arcivescovo di Trani Bertrando, del 19 aprile 1158. In questa Bolla vengono stabiliti i confini della diocesi di Trani, dalla quale sono escluse non solo Bisceglie, ma anche Andria.

La Diocesi comprendeva solo Andria fino al 27 giugno 1818, quando con la bolla “De utiliari dominicae” di Papa Pio VII, si annetteva la Diocesi di Minervino (comprendente anche Montemilone) e la Prepositura di Canosa (che nel 1802 era stata unita a Minervino). Così ad Andria si univano due diocesi, quella di Minervino, avente origine nel secolo XI, e quella antichissima di Canusium, il cui vescovo Stercorio nel 342-343 partecipò al concilio di Sardica, e che già nel secolo IX vede i suoli pastori risiedere a Bari.

Vescovo dell’antica sede di Canosa fu S. Sabino (514-566).