Sabato 31 maggio 2025
alle ore 19:00 nella Chiesa Cattedrale di Andria
Mons. Luigi Mansi, Vescovo di Andria
presiederà in Cattedrale la Celebrazione Eucaristica,
durante la quale con il solenne Rito di Benedizione
accoglierà Maria Selvarolo,
nell’Ordo Viduarum
L’“Ordo Viduarum”, al quale appartengono le vedove che intendono vivere nello stato di vita vedovile e che«…consacrano la loro condizione per dedicarsi alla preghiera e al servizio della Chiesa» (Cfr. Vita Consecrata, n.7).
La consacrazione delle vedove, nota fin dai tempi apostolici (Cfr.1 Tim 5, 9- 10; 1Cor 7,8), torna ad essere praticata nelle Chiese locali in molte parti del mondo.
L’“Ordo Viduarum” è formato dalle vedove che emettono liberamente, in forma definitiva, il proposito di permanere per sempre nella condizione vedovile, quale segno del Regno di Dio e che, mediante il Rito liturgico di Benedizione, vengono consacrate per aderire ad una forma di vita nella quale vivere più profondamente la propria consacrazione battesimale, come pure la sponsalità già propria del matrimonio, acquisendo così una peculiare identità nella Chiesa.
Infatti tale proposito espresso nelle mani del Vescovo, acquista un particolare vincolo con la Chiesa al cui servizio si dedicheranno.
Scopo
Rispondere ad una vocazione e ad un proposito di consacrazione al Signore nel proprio stato vedovile. Molte ve dove già vivono individualmente questo proposito in una vita di dono e di servizio all’interno della famiglia e della comunità cristiana.
La Chiesa accoglie il proposito delle vedove e per loro invoca la benedizione del Signore associando la loro offerta al sacrificio eucaristico.
Impegni
Il primo impegno della vedova consacrata è costituito dalla cura della famiglia in cui essa continua ad essere attiva nella fedeltà alla vocazione coniugale.
La sua disponibilità si allarga nell’ambito della parrocchia e della Diocesi, nei tempi e nei modi possibili per ciascuna.
«Subire un lutto importante è devastante, sapere di aver incontrato l’amore della vita e poi perderlo ti fa precipitare nel buio. Che senso ha tutto questo?
Aver incontrato Aldo, aver formato con lui una famiglia, esserci profondamente amati non poteva cadere nel nulla, ero certa che tutto quell’amore che continuava e continua a riempirmi il cuore era troppo grande per dissolversi nel nulla dopo la morte. Quale progetto aveva il Signore per me? Attraverso la preghiera, lo studio e il discernimento ho cominciato a convincermi che la mia esperienza di sposa non era conclusa con la morte di Aldo, ancora sentivo di essere sposa amata, continuamente e fortemente amata in una dimensione più profonda, più vera. Ho compreso che quel sentimento forte, reale che ci eravamo promessi “per tutta la vita” stava diventando “per l’eternità” attraverso Gesù Cristo. “Non piangete, pregate”.
La chiamata a riconoscere l’Amore eterno di Dio, questa la vocazione che ho riconosciuto per me, per Aldo e per i miei figli.
È la scelta di rispondere ad una vocazione che si fonda sul matrimonio trafitto dal dolore smisurato della perdita, ma che riesce a riconoscere, nonostante tutto la vera Luce. È una chiamata a non rimanere sotto la croce, a intravedere già nel buio del dolore la gioia della Risurrezione e quando si intravede, se pur da lontano, la Luce di Cristo Risorto, non si può che correre gioiosi ad annunciarlo. Essere consacrata nell’Ordo Viduarum diventa, quindi segno tangibile di speranza, è essere custode e testimone del grande Amore che unisce il Cielo alla Terra». (Maria Selvarolo)