Omelia Festa della Sacra Spina

16-02-2024

Carissimi fratelli e sorelle, carissimi Confratelli Presbiteri e Diaconi,

Il ricordo annuale del dono della reliquia di una spina della corona del Signore è per tutti noi, mentre muoviamo i primi passi di questa santa Quaresima, ancora una volta, un’occasione davvero preziosa per meditare sulla Passione redentrice del Signore e soprattutto per comprendere quanto è grande il Suo amore per noi.

Il particolare dell’incoronazione di spine da parte dei soldati romani, riferito dai Vangeli di Matteo, Marco e Giovanni, mette in evidenza un aspetto che rende ancor più atroce la sofferenza di Gesù. Non si tratta solo del dolore fisico (le spine che penetrano nella carne), ma anche e direi soprattutto l’umiliazione morale. Egli viene deriso, sbeffeggiato, umiliato. I soldati romani seguono una triste consuetudine, un macabro rituale, documentato anche da testimonianze della letteratura antica e da ritrovamenti archeologici. In questa prospettiva si comprendono ancor di più i racconti evangelici delle torture inflitte a Gesù.

Il Signore stesso aveva in più di una occasione, preannunciato questa umiliazione. E spesso aveva dovuto costatare che mentre egli parlava della sua passione i suoi discepoli pensavano ad altro e non stavano nemmeno ad ascoltarlo. “Ecco, ci raccontano i vangelidiceva Gesù noi andiamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai pagani, schernito, oltraggiato, coperto di sputi e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno”. Non è solo, dunque, la carne di Cristo ad essere straziata; è soprattutto la sua dignità di persona umana che è umiliata e oltraggiata. Oltraggio e derisione appaiono dai segni usati dai soldati: la corona d’oro del re viene sostituita dalla corona di spine, la porpora regale da un rozzo mantello di soldato, lo scettro da una canna, con cui gli percuotevano il capo. Lo stesso saluto e gli inchini compiuti dai soldati suonano come uno scherno, un insulto infamante.

Eppure dietro questa beffa atroce i Vangeli ci invitano a vedere in controluce un segno glorioso: sì, Gesù è umiliato come re da volgari scherzi; ma in realtà egli è il vero sovrano della storia. Quando alla fine si svelerà la sua regalità egli farà giustizia di tutti i torturatori ed oppressori e introdurrà nella gloria non solo le vittime ma anche tutti coloro che avranno visitato gli infermi, sostenuto gli affamati, gli assetati, i perseguitati chi era in carcere, curato i feriti e i sofferenti di ogni genere.

Oggi contempliamo il volto trasfigurato apparso sul Tabor come volto sfigurato; colui che è l’irradiazione della gloria divina è oscurato e umiliato. Come aveva annunziato Isaia, il Servo sofferente ha il dorso solcato dai flagelli, la barba strappata dalle guance, il viso rigato di sputi. In lui, che è il Dio della gloria, è presente anche la nostra umanità dolente; in Lui, che è il Signore della storia, si rivela la vulnerabilità delle creature; in Lui che è il creatore del mondo, si condensa il respiro di dolore di tanti esseri viventi.

E allora, venerare, circondare di onore e devozione la reliquia della passione del Signore, la Sacra Spina, che la nostra Chiesa ha ricevuto come altissimo privilegio, in eredità dalla storia, per noi oggi vuol dire ricordare insieme con l’umiliazione di Gesù, quella che ancora oggi si compie in tanti nostri fratelli e sorelle. Pensiamo solo per un attimo alle innumerevoli vittime dei conflitti in corso in varie parti del mondo, soprattutto proprio nella terra di Gesù. E dobbiamo interrogarci su quanto noi diventiamo corresponsabili con le violazioni della dignità umana quando ci disinteressiamo dei drammi dell’umanità, chiusi egoisticamente nel godimento delle nostre fortune, quando diamo giudizi superficiali sui problemi della giustizia e della solidarietà tra i popoli.

La venerazione della Sacra Spina, in questo nuovo inizio di Quaresima, ci conduca a nutrire una sensibilità sempre più attenta e sollecita per la difesa della dignità di ogni persona umana che il Signore ci fa incontrare nel nostro cammino e per tutte quelle che la cronaca impietosa di tanti teatri di guerra ci sottopone ogni giorno.

Che il Signore abbia pietà di noi e ci aiuti!