Omelia Traslazione della salma di Mons. Calabro

18-02-2022

Carissimi fratelli e sorelle,
Desideriamo vivere questo incontro attorno all’Altare del Signore come un momento di ringraziamento. Invitiamo tutti di coloro che hanno conosciuto Sua Eccellenza Mons. Raffaele Calabro, e per questo l’hanno amato e apprezzato, a lodare insieme con noi il Dio della vita per il servizio che questo Pastore ha offerto per la sua Chiesa.

Le spoglie di Mons. Raffaele Calabro da oggi riposeranno nella Cattedrale della Chiesa di Andria, quella Chiesa che egli ha amato tenacemente per 27 anni e dove ha annunciato con gioia e con sapienza il Vangelo.

Il Cerimoniale dei Vescovi così recita: “Il corpo del Vescovo diocesano defunto sia seppellito in Chiesa, che di norma sia la Chiesa Cattedrale della sua Diocesi. Il Vescovo che ha rinunciato alla sede sia seppellito nella Chiesa Cattedrale della sua ultima sede, a meno che egli non abbia predisposto diversamente. Per soddisfare questo desiderio maturato sin dalla morte di Mons. Calabro, avvenuta circa cinque anni fa, nei mesi scorsi si è provveduto a costruire nella cripta di questa Cattedrale il luogo per la sua sepoltura. In questo modo Mons. Calabro rimarrà per sempre vicino ai suoi fedeli che, entrando in questo Duomo, potranno rivolgere una preghiera di suffragio per lui che con tanto amore ha servito la comunità diocesana per tanti anni.

Per esaltare maggiormente la figura di questo nostro Pastore, vorrei riprendere quanto io dissi alla fine della messa esequiale celebrata il 7 nell’agosto del 2027: “Nel corso della celebrazione per il suo XXV di episcopato, Mons. Calabro confessò i suoi tre amori: Dio, la Chiesa e la Madonna. Ci piace oggi salutarlo così e ringraziarlo per la sua testimonianza di vita consumata al servizio di Dio e della sua Chiesa in intima unione con la Vergine Madre. Un dato che caratterizza la sua figura è la sua ricca cultura che gli permetteva di leggere i tempi con notevole lucidità e profondità. È bello inoltre ricordare le 42 ordinazioni presbiterali da lui presiedute e le sei parrocchie che ha istituito con la relativa costruzione delle chiese che oggi sono veri gioielli di cui la Chiesa diocesana è davvero orgogliosa. Segno della sua attenzione al crescere delle città e alle relative nuove esigenze della crescente popolazione e alla pastorale vocazionale. Come pure di rilievo è stata la completa riorganizzazione degli uffici di Curia nonché la crescita del senso di responsabilità nel laicato attraverso le diverse proposte di una solida formazione teologica. Riposa in pace, caro fratello Raffaele. Ci piace pensare oggi rivolte a te le parole evangeliche: vieni, servo buono e fedele entra nella gioia del tuo Signore”.

E mentre viviamo questo momento così significativo, la Parola del Signore che ci è stata donata, ci aiuta a coltivare in noi le più giuste disposizioni di fede e di gratitudine al Signore per tutto il bene che ha donato alla nostra Chiesa attraverso il ministero del Vescovo Raffaele.

E così nella prima lettura, l’Apostolo Paolo, scrivendo alla comunità di Corinto, parlando del ministero dei pastori, ci ha ricordato che lui, nell’annunciare la Parola del Signore, rifiutando dissimulazioni vergognose, senza comportarsi con astuzia, né falsificando la parola di Dio, ha annunciato apertamente la verità. È proprio quello che il Vescovo Raffaele ha compiuto per tanti anni da questa cattedra, dalla quale, per riprendere quello che aggiunge S. Paolo, egli non ha annunciato sé stesso, ma Cristo Signore, interpretando così la sua intera esistenza come un servitore della Parola stessa e, insieme, servitore di tutti i fratelli, di noi che oggi siamo qui a ricordarlo e a pregare per lui.

Lo stesso san Paolo poi ammette che questo tesoro noi lo abbiamo “in vasi di creta”, e questo permette di ringraziare ancor più intensamente il Signore se, al di là delle nostre fragilità umane, la Parola che è posta sulle nostre labbra porta frutti generosi di fede e di amore nella vita delle persone affidate alle nostre povere persone. E oggi in particolare vogliamo ringraziare il Signore per tutto il bene che si è degnato di compiere in questa porzione del popolo di Dio attraverso il ministero pastorale del Vescovo Raffaele.

La pagina del Vangelo poi, riproponendoci la stupenda pagina di Gesù che si propone a noi come il buon pastore, ci ha descritto quello che Il Vescovo Raffaele ha fatto nel tempo del suo passaggio tra noi. Egli, come Gesù buon pastore, poteva ben dire di sé: “conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come io conosco il Padre e il Padre conosce me” e perciò ha operato con dedizione piena difendendo il popolo a lui affidato dagli assalti dei nemici della fede ed educandolo con il suo intenso magistero.  Egli, perciò, a immagine di Cristo Maestro e Pastore, ha dato la vita per le sue pecore, si è speso, si è consumato donando sé stesso, il suo tempo, le sue energie per guidare questo popolo sulle vie del Vangelo. E la nostra gratitudine si esprime, oltre che con questo adempimento che oggi stiamo compiendo, con la continua grata preghiera di suffragio, perché il divino pastore gli dia il premio alle sue fatiche terrene e lo accolga nella sua compagnia, insieme con i santi.