Liberi di scegliere se migrare o restare

Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

Domenica 24 settembre 2023

La Chiesa celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato dal 1914. È sempre stata un’occasione per dimostrare la nostra preoccupazione per le diverse categorie di persone vulnerabili in movimento, per pregare e aumentare la consapevolezza e la conoscenza sulle opportunità offerte dalla migrazione. Difatti domenica 24 settembre 2023 si celebrerà in tutto il mondo la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, occasione e obbiettivo della Chiesa di divulgare all’opinione pubblica la condizione di milioni di rifugiati e richiedenti asilo, costretti a fuggire dalle loro terre per fame; miseria; guerra e calamità naturali, ma anche opportunità per riflettere sul fenomeno che nel nostro Paese e nelle nostre Comunità continua ad essere divisivo e affrontato genericamente.
Con il tema “Liberi di scegliere se migrare o restare” il Papa vuole ribadire due diritti fondamentali, da sempre affermati nel Magistero sociale della Chiesa: il diritto di migrare e il diritto di vivere nella propria terra.
I due diritti si fondano sui principi della libertà e della destinazione universale dei beni che il Signore ha creato e destinato a tutta l’umanità. Entrambi questi diritti oggi sono a rischio.

Il diritto di migrare viene fermato da muri che si alzano, da nazionalismi di ritorno, da legislazioni che indeboliscono il diritto di lasciare la propria terra di chi cerca un lavoro e un sostegno alla vita personale e familiare o fugge da guerre, disastri ambientali, dittature.

Il diritto di rimanere nella propria terra è messo a rischio dalle numerose guerre e conflitti in atto, da forme nuove di colonialismo, dalla mancanza di pari opportunità di uomini e donne, dal grave sfruttamento.

L’Ufficio Migrantes sottolinea le parole di Papa Francesco che “migrare dovrebbe essere sempre una scelta libera, ma di fatto in moltissimi casi, anche oggi, non lo è. Conflitti, disastri naturali, o più semplicemente l’impossibilità di vivere una vita degna e prospera nella propria terra di origine costringono milioni di persone a partire”.

Secondo i dati più recenti di Caritas italiana sui conflitti dimenticati, nel 2021 erano 22 quelli ad alta intensità: 6 in più rispetto all’anno precedente. Con l’Ucraina si è arrivati a 23. Se, invece, si tengono in considerazione anche le crisi croniche e le escalation violente si arrivava a 359 conflitti nel 2020, tra cui quello storico e cronico tra israeliani e palestinesi.
Tra il 2020 e il 2021 erano già aumentate del 40% le persone bisognose di assistenza umanitaria, per un totale di 235 milioni. Il conflitto in Ucraina ha aggiunto oltre 12 milioni di persone in difficoltà nel Paese – di cui 6,5 milioni sfollati interni – e più di 4,2 milioni di persone fuggite all’estero. Per restare nel proprio Paese i migranti chiedono pace, la fine dei conflitti che talora sono armati dai Paesi europei.

Le gravi calamità naturali del 2022 hanno generato migliaia di vittime, 44 milioni di sfollati su 100 milioni che hanno lasciato la loro terra, e danni pari a più di 200 miliardi di dollari. Si tratta di quasi la metà dei danni totali causati dagli eventi climatici estremi in Europa. Queste stime sono al ribasso, sia perché non tutti i Paesi tengono traccia delle perdite umane e degli sfollati, sia perché si basano solo sulle perdite coperte da assicurazioni. Anche i migranti climatici non sono liberi di restare nella loro terra. Infine, i popoli e le persone che vivono in povertà estrema nel mondo sono oltre 900 milioni, di cui la metà nell’Africa sub sahariana, al di là del Mediterraneo. La fame, la sete, le malattie non curate costringono a partire.
La Chiesa Italiana dal 2017 ha messo in campo alcune decine di milioni, provenienti dall’8 per mille per tutelare questi due diritti delle persone soprattutto in fuga dall’Africa, realizzando con Caritas Italiana, Migrantes, Missio e la collaborazione della FOCSIV e numerose ONG progetti di cooperazione allo sviluppo, ma anche canali di tutela dei viaggi soprattutto dei minori non accompagnati: un progetto dal titolo ‘liberi di partire, liberi di restare’, un segno importante nella debolezza della cooperazione allo sviluppo.
Il Messaggio del Papa, con parole forti e puntuali, sostiene questo cammino intrapreso dalle Chiese in Italia e impegna la Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana a sviluppare una cultura dell’incontro, della tutela e della promozione del mondo dei migranti, liberi di partire e liberi di vivere nella propria terra.

 

(ger.a.)