Assunzione della Beata Vergine Maria

15-08-2022

Letture:
Ap 11,19a; 12,1–6a.10ab
Sal 44
1Cor 15,20-26
Lc 1,39-56

Carissimi fratelli e sorelle,
quest’oggi noi siamo invitati a ripensare al mistero centrale, al cuore della nostra fede, cioè alla Pasqua. Tutto è partito di là, lo sappiamo, tutto si concentra in quel mistero. Noi è lì che poggiamo tutta la nostra fede, su Cristo morto e risorto e questo mistero noi oggi lo contempliamo, lo vediamo realizzato in Maria, la mamma di Gesù. La Chiesa da sempre in quella donna vestita di sole, con sul capo una corona di dodici stelle, ha visto un’immagine di Maria, questa donna vestita di sole. L’immagine ci fa capire proprio la gloria della risurrezione. E poi nel cantico del Magnificat che Maria ha pronunciato quando va da Elisabetta dice proprio così: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata”.

Maria ha avuto questa intuizione: che il Signore in lei stava facendo grandi cose. E l’ultima delle grandi cose è proprio questa: Gesù ha associato alla sua gloria di risorto la mamma sua, la Vergine Maria. Allora contemplare questo mistero innanzitutto ci invita a ricordare un dato della nostra fede che noi a volte dimentichiamo e cioè che noi siamo chiamati alla glorificazione piena non solo dell’anima. A volte quando uno muore diciamo che il corpo muore, marcisce e l’anima continua a vivere. Ma questo è un discorso filosofico, cioè la sopravvivenza dell’anima alla morte del corpo. Noi crediamo alla risurrezione della carne che è molto di più, cioè noi crediamo che quando sarà la fine dei tempi, ce lo ha ricordato pure san Paolo nella seconda lettura, alla fine dei tempi, quando il Signore ritornerà noi risorgeremo anche con il nostro corpo. Sì, quel corpo che va a marcire, a consumarsi nella terra, noi diciamo a riposare; ma quella è una condizione temporanea. La condizione definitiva è che la nostra persona tutta intera, non solo l’anima, ma anche il corpo, è destinata alla gloria, alla risurrezione. Sì, anche il nostro corpo è destinato a risorgere.

Cristo ritornerà e chiamerà tutti e allora tutti i corpi risorgeranno ed entreranno nella condizione in cui è già da ora il corpo di Cristo risorto e quello della Vergine Maria. Noi dunque oggi vediamo in Maria realizzato il nostro destino, è solo questione di tempo. In lei questo mistero si è compiuto subito, come per il Figlio suo del resto, in noi si compirà alla fine dei tempi ma il destino è uguale, è il destino della piena glorificazione.

Allora questo dato di fede porta dietro sé alcune riflessioni importanti, ad esempio, la valorizzazione del corpo umano. Il nostro corpo è un tempio, in esso abita lo Spirito di Dio e allora questo corpo va rispettato, difeso, protetto, non va sciupato, il corpo che ciascuno di noi ha ma anche il corpo degli altri. Insomma, la corporeità è una realtà sacra, noi invece vediamo quanto questo elemento oggi è sciupato, quanto è esibito a volte in forme improprie, esagerate. Si è perso il senso del pudore perché si è perso il senso della sacralità del proprio corpo. Ma se questo corpo è destinato a risorgere non può essere soltanto strumento di piacere, è un grave peccato trasformare il corpo della persona umana soltanto in strumento di piacere, a beneficio di lauti guadagni. Quanto nel nostro mondo oggi si è perso questo valore, perfino nella pubblicità delle cose più stupide si ha il bisogno di associare il prodotto pubblicizzato ad un corpo nudo. Ditemi voi se questo è rispetto dell’uomo! Se non è invece un solleticare a fine di lucro gli istinti più bassi dell’uomo. Questa è la cultura dominante e se dici qualche parola di più subito ti puntano il dito che sei moralista, che sei all’antica, che ormai le cose vanno così… Tutte chiacchiere! La verità è che stiamo perdendo il valore della sacralità e della grandezza del corpo umano dell’uomo e della donna. E la cosa che più dispiace è che nessuno dice niente, anche molti cristiani si sono ormai talmente assuefatti a questa storia che non si ribella più nessuno. Chi di noi ha il coraggio di fronte a tanti programmi televisivi indecenti di spegnere? Se lo facciamo tutti il giorno dopo quel programma non si fa più perché lì è tutta una questione di soldi, quando l’audience cala immediatamente certe porcherie finiscono; se prolificano, vuol dire ad un certo punto che dentro questa pasta sporca ci stiamo bene tutti, purtroppo. Questa è una prima riflessione.

Poi ancora un altro tema importantissimo. Maria è stata glorificata ma non si è presentata come la regina, non si è atteggiata a fare la missil Signore ha guardato “all’umiltà” della sua serva; Maria è grande perché si è fatta piccola; era la madre del messia, poteva pretendere gli onori per sé. È andata da Elisabetta, ma cosa pensato che abbia fatto da Elisabetta Maria, la madre del messia? Elisabetta la saluta così: “A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?”. Maria, la madre del messia si mette a fare la serva. E non si è vergognata, l’ha fatto volentieri con gioia. Noi non amiamo servire, pensiamo che servire sia una condizione disonorevole, non è vero. Maria ci dimostra che non è vero, lei che era la madre del messia, quindi una creatura, direi, al confine tra l’umanità e la divinità, lei non si è vergognata di fare la serva; e il Signore ha guardato “all’umiltà” della sua serva, ha cantato nel Magnificat.

Allora Maria ci da oggi questa grande lezione di umiltà, il Signore ci salva quando noi con umiltà riconosciamo la nostra condizione umana. Siamo uomini di carne ed ossa, è inutile che ci gonfiamo, che ci crediamo dei padreterni! Prendiamo coscienza, riconosciamo quello che siamo, creature che oggi stanno e domani possono non esserci, creature appese a un filo, questa è la nostra condizione, è la grazia di Dio che ci salva e fa di questa nostra condizione disgraziata una condizione di salvezza. Se non fosse per la grazia di Dio, noi saremmo condannati tutti al macero, non resterebbe di noi nulla, è la grazia di Dio che ci fa intravedere un destino più grande di quello che la nostra creaturalità porta in sé.

Vedete quanti significati e quante belle riflessioni oggi? È la Pasqua del Signore che ci viene manifestata in Maria e proprio perché la vediamo in Maria speriamo che riusciamo ad innamorarcene, ad entusiasmarcene, a desiderarla, a cercarla, a vivere veramente in cammino verso quella meta.