Omelia Domenica delle Palme e della Passione del Signore

24-03-2024

Letture:
Is 50,4-7
Sal 21
Fil 2,6-11
Mc14,1-15,47

La lettura della Passione è come la lettura di un dramma infinito che si ripresenta sotto i nostri occhi.
Seguivamo tutti questo racconto attoniti, quasi increduli, stupiti…. e la domanda che sicuramente ci portavamo dentro era questa: perché la furia del male si è scatenata contro Gesù, un uomo che era giusto? Ci riconosciamo tutti nelle parole che dice il centurione, vedendolo morire in croce “veramente quest’uomo era giusto”. E ci chiediamo: Come mai nessuno è riuscito a fermare questa violenza inaudita contro un uomo buono, che non si è difeso in alcun modo, nemmeno con le parole, tanto da suscitare gli insulti perfino mentre moriva in croce? “Ha salvato gli altri ma perché non salva sé stesso così gli crederemo?
Ma se ci riflettiamo un attimo, questo non è un dramma accaduto duemila anni fa, chiuso in un racconto, consegnato ad un libro. Questo è il dramma dell’uomo, è il dramma della storia perché la storia dell’uomo, di tutti gli uomini è percorsa dal dramma del dolore ingiusto.
Proviamo a pensare quanti uomini, ancora oggi, quanti uomini, anche in questo momento in cui io sto parlando a voi, quanti giusti stanno soffrendo cose terribili come quelle di Gesù e forse anche peggio, quanti giusti stanno soffrendo perché su di loro si è scatenata la furia del male. Pensiamo ai tanti teatri di guerra in tante parti del mondo. Perché? Perché a Gesù? Perché a tanti uomini giusti?
Proviamo a pensare a tanti ammalati legati ad un letto da malattie terribili e dolorosissime. Sì, di fronte al dolore ingiusto, non ci sono parole. L’unica parola possibile è quella della condivisione, del com-patire, del patire insieme. Ed è esattamente quello che ha fatto Dio con gli uomini.
Gli uomini vivono nella loro realtà il dolore ingiusto, provocano il dolore ingiusto a causa dell’egoismo, a causa dell’incapacità d’amare… e Dio che fa? Noi diciamo tante volte “ma perché Dio non interviene? Perché Dio…? Perché Dio…? Perché?
Dio ci risponde non con delle parole. Dio ci risponde con l’unica parola possibile che è quella della condivisione. Gesù dall’alto della croce dice a tutti i sofferenti, a tutti i crocifissi di questo mondo questa consolante parola. Quando noi gli diciamo “perché?” Lui ci dice “lo so cosa provi. L’ho provato anch’io e sono qui con te a dirti che il tuo Dio soffre con te”.
Siamo abituati ad un’idea di un Dio impassibile, che sta lì nell’alto dei cieli e non si cura delle sofferenze degli uomini, invece non è così. Il nostro è un Dio che soffre per noi e ci rivela in questa maniera l’unica via che riscatta l’uomo dalla sofferenza.
L’unica parola possibile che svela all’uomo il senso del suo vivere e del suo soffrire è la parola dell’Amore. Ecco, dall’alto della croce, quando gli uomini hanno pronunciato l’ultimo insulto, “ha salvato gli altri e non salva sé stesso…”, questa è l’ultima parola che Gesù dice a noi tutti: non ha salvato sé stesso, non ha pensato a salvare sé stesso. Questa è per noi la lezione della vita: chi pensa solo a salvare sé stesso provocherà sempre, inevitabilmente, indicibili sofferenze ai suoi fratelli.