Ordinazione presbiterale di Don Michele Leonetti, Don Alessandro Tesse e don Domenico Evangelista

21-09-2020

Omelia
Festa di San Matteo, Apostolo ed Evangelista.
Ordinazione presbiterale di
Don Michele Leonetti, Don Alessandro Tesse
e don Domenico Evangelista
Andria, Oratorio Salesiano, 21 settembre 2020
Letture:
Ef 4,1-7.11-13
Sal 18
Mt 9,9-13

Carissimi fratelli e sorelle,
Carissimi ordinandi Michele, Alessandro e Domenico,
confesso che tenere l’omelia oggi, in questo contesto così particolare, fa tremare di emozione, oltre che naturalmente, di gioia. La nostra Chiesa, dopo aver vissuto i suoi giorni nei mesi scorsi in timore e tremore per tutto ciò che è legato alle vicende del Coronavirus, oggi finalmente vive un momento che accomuna tutti nella gioiosa accoglienza, dalle mani di Gesù Sacerdote e Pastore, del dono di tre nuovi presbiteri.
Le parole, per quanto pensate e meditate in preghiera grata e nello stupore, mai e poi mai potrebbero esprimere in maniera adeguata il mistero che oggi si compie sotto i nostri occhi, per l’imposizione delle mani e la grande Preghiera di consacrazione.
Al pensarci, quasi ci vengono le vertigini: tre nostri giovani fratelli da stasera vengono costituiti immagine, copia conforme di Gesù Sacerdote. Si, perché questo, e nient’ altro che questo, è il presbitero: una immagine, una copia conforme di Cristo sommo ed eterno sacerdote.
Pensate, carissimi ordinandi, da stasera il vostro gesto e le vostre parole avranno l’immenso potere di rendere presente, nel pane e nel calice che stringerete tra le mani, il corpo sacrificato e il sangue versato del Signore Gesù; da stasera, con il gesto sacramentale unito alle parole che direte, avrete il potere di rimettere i peccati, esse avranno il privilegio di essere parole che Dio sussurra al cuore delle persone! Perciò ricordate sempre, carissimi, che quel pane che al momento della comunione da stasera spezzerete con le vostre mani, è segno della vostra vita che dovete da oggi in poi, imitando Gesù Sacerdote, spezzare per renderla ogni giorno cibo gustoso e nutriente per tutti i fratelli tra i quali e per i quali vivrete il ministero. Quel gesto che farete all’altare al momento della comunione: lo spezzare l’ostia, è segno di quello che dovrete fare delle vostre vite: spezzarvi, farvi in quattro, proprio come dice una bella formula del linguaggio popolare, farvi in quattro per gli altri.
Questa circostanza è dunque una occasione da non sciupare per dirci che non dobbiamo dimenticare, nemmeno per un attimo, che non si diventa preti perché lo scegliamo noi, perché ci piace questa vita, perché per anni l’abbiamo desiderato e sognato! Ma perché noi per primi, con immensa sorpresa abbiamo scoperto e compreso di essere stati da Lui scelti per questo, che siamo venuti e siamo al mondo per questo e solo per questo: essere pane per i fratelli, pane sempre buono e gustoso, pane che soddisfa tutti i palati: i piccoli, i giovani, gli adulti, gli anziani e, se preferenze proprio vorrete avere, saranno soprattutto per i lontani, i malati e i poveri e, vi prego, questo non dimenticatelo mai!.
Il brano del Vangelo che abbiamo oggi ascoltato ci ha raccontato, in presa diretta, l’esperienza di Levi, Matteo, di cui oggi celebriamo la festa liturgica. È lui stesso che racconta: Egli, dal banco delle imposte, dove svolgeva il suo malfamato lavoro, a servizio del potere romano che occupava quei territori, si vede catapultato dalla chiamata di Gesù in tutt’altra vita: di seguace, discepolo e poi nientemeno che annunciatore del Vangelo al mondo intero, attraverso il suo vangelo. Non penso di sbagliare se dico che Matteo, certo, quel giorno sarà rimasto stupito, meravigliato di questa chiamata ma, in quei fatidici momenti, non poteva nemmeno immaginare la piega che avrebbe preso la sua vita da quel giorno in poi. Esattamente come voi, del resto, carissimi Michele, Alessandro e Domenico. Ora come ora, voi non potete nemmeno immaginare quello che accadrà della vostra vita, ora che la mettete nelle mani del Signore. L’unica cosa sicura è che la vostra vita da stasera non vi appartiene più!
Sarà lui, Gesù, nella Sua parola che ogni giorno dovrete leggere e meditare con infinita passione, a dirvi e a darvi il passo che dovrete portare nel vostro cammino; sarà lui ad affidarvi, attraverso le indicazioni del Vescovo, i compiti per i quali vi ha scelto. Quello che è importante, vorrei raccomandarvi, è che il Si del primo giorno, di quando vi siete messi in cammino, il Si di oggi, sia e resti il Si di sempre, di tutti i giorni della vostra vita, di quelli belli come oggi e magari domani e di quelli duri e difficili, che non mancheranno mai nella vostra vita, come, del resto nella vita di tutti i discepoli del Signore.
Prendendo ancora spunto dalla figura di Matteo che scrisse il Vangelo di Gesù, carissimi, sento di parteciparvi un’altra riflessione: Vostro compito, da oggi in poi, sarà quello di scrivere anche voi il Vangelo, certo non con carta e penna. E non solo quando, rivestiti degli abiti sacri, sarete all’altare o all’ambone o dietro una cattedra. Le vostre vite siano un Vangelo che giorno per giorno, direi: momento per momento, voi scriverete in tutte le relazioni che la vita vi chiamerà a praticare, quelle – diciamo così – più propriamente ministeriali e istituzionali, certo, ma anche quelle perfino occasionali. Sempre, con tutta la vostra vita e il vostro ministero, con tutto quello che direte e farete, con tutto quello che sarete, voi dovrete sentirvi impegnati in una sola cosa: scrivere il Vangelo sulle pagine della vita e della storia della chiesa, della nostra chiesa diocesana, al servizio della quale oggi venite ordinati e in definitiva, sulle pagine della storia della salvezza…
Ed è questo allora, carissimi che, interpretando ciò che tutti avvertiamo profondamente nel cuore in questo momento, vi auguro con infinita gioia e speranza. Questo è ciò per cui tutti pregheremo stasera, circondandovi con infinito affetto.
AMEN!