Omelia Maria Santissima Madre di Dio

01-01-2024

Letture:
Nm 6,22-27
Sal 66
Gal 4,4-7
Lc 2,16-21

A distanza di una settimana, siamo ancora con gli occhi puntati su Gesù, su questo bambino che è nato nella notte di Betlemme e che noi, nella liturgia e nella fede, abbiamo accolto nel Natale. Il Vangelo ci ripresenta quella parte del racconto della Natività che vede come protagonisti i pastori e Maria.  Saranno loro che, ancora una volta, ci guideranno nella nostra riflessione.

Guardiamo innanzitutto ai pastori: Il testo di Luca dice così: “In quel tempo i pastori andarono senza indugio e trovarono Maria, Giuseppe e il bambino e dopo averlo visto riferirono tutto”. Ecco, allora, i verbi dei pastori che oggi nella riflessione, nella preghiera, nell’incontro col Signore diventano i nostri verbi, i verbi del nostro Natale, della nostra fede, i verbi che dovrebbero scandire le giornate di questo nuovo anno che si apre oggi.

Il primo: andarono senza indugio. Una delle metafore che si usa più spesso in questi tempi, quando si parla di fede, è questa: fare un cammino di fede. Ecco, la fede è un andare, è un mettersi in cammino, è un uscire da casa e andare verso un’altra casa, sarà la Chiesa la domenica, il luogo di lavoro tutti i giorni, l’incontro con gli altri, con i fratelli nella scuola, nel gioco…, tutto; la fede è un andare, non possiamo vivere la fede da addormentati, come se vivessimo di rendita. No, la fede è un cammino, è un impegno e i pastori ci fanno vedere ancor di più che andarono senza indugio, cioè con una certa fretta, con una certa sollecitudine; se uno ci crede all’incontro col Signore, lo cerca, lo desidera con ansia.  La fede è un andare senza indugio e invece, diciamolo pure, molto spesso la nostra fede, poiché vive di rendita, è diventata pigra, indolente.

Andarono senza indugio e “trovarono”, ecco l’altro verbo: trovarono Maria, Giuseppe e il bambino, come avevano detto gli angeli. La fede è un andare, la fede è un trovare. Trovare che cosa? Trovare la perla preziosa. Vi ricordate quella bella pagina del Vangelo, in cui si dice che un mercante andava in cerca di perle preziose? Andava in cerca: l’ansia della ricerca! E un giorno trova una perla preziosa mai vista prima. E cosa fa? Va, vende tutto con gioia e va a comprare quel campo dove aveva visto la perla preziosa.

Ecco il cristiano. Chi è il credente? É uno che cerca, è uno che trova Gesù come la perla preziosa della propria vita. La parola del Signore è la parola della vita, che fa luce nel cammino. Noi ascoltiamo un invito, un invito interiore, ascoltiamo un segno esteriore, una campana che suona e veniamo, veniamo senza indugio come i pastori, soprattutto se qualche volta ci accorgiamo, come spesso capita, che abbiamo fatto un po’ tardi, allora ci affrettiamo perché non vogliamo mancare all’appuntamento e troviamo… Troviamo il Signore che ci parla.

Andarono e trovarono e dopo averlo visto, riferirono delle cose che avevano visto e udito. Riferirono: ecco il terzo verbo della fede. Andare, trovare, riferire! La fede non rimane dentro di noi, non è come un bel portafoglio carico che ci mettiamo in tasca. La fede è un riferire, un trasmettere, un passar voce, un annuncio, la fede è testimonianza, è missione, la fede è servizio, la fede è dono. Riferirono tutto ciò che del bambino avevano udito e visto. Noi ogni volta che usciamo dall’incontro col Signore dovremmo essere come i pastori, dovremmo riferire, trasmettere ciò che abbiamo visto e udito.

Poi il brano ci parla di Maria che, da parte sua serbava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. Oggi nella liturgia noi celebriamo la maternità divina di Gesù, quindi il nostro sguardo, si dirige anche a Maria, la madre di Gesù, per contemplare questo mistero grande che, al solo pensarci, ci vengono le vertigini.  Come non commuoverci al solo pensiero che Dio è venuto al mondo così, attraverso la strada della povertà, della semplicità, della piccolezza; l’infinitamente grande si è fatto infinitamente piccolo: esattamente il contrario di noi che siamo piccoli, siamo niente e ci facciamo grandi e ci montiamo la testa e crediamo di essere dei padreterni; il Padreterno che si fa uomo e l’uomo che si crede un padreterno. Vedete un po’ il mistero del Natale!

E Maria, di fronte a questo mistero, da parte sua, serbava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. È bellissimo questo atteggiamento della Madonna, noi lo dobbiamo imitare; la fede che, se nei pastori è cammino, ricerca, incontro, missione, in Maria è contemplazione, meditazione, preghiera, stupore. Maria meditava tutte queste cose, serbandole nel suo cuore. Lei era lì in contemplazione, serbava; sarebbe arrivato per lei il giorno in cui avrebbe capito tutto, ma intanto lei era lì in adorazione, stupita, meravigliata del mistero che si compiva in lei.

Noi dobbiamo affidare alla Madonna, alla Santa Vergine, Madre di Dio e Madre nostra i nostri pensieri, i nostri progetti, le nostre trepidazioni all’inizio di un nuovo anno. Mentre guardiamo indietro e ci accorgiamo di quanta grazia il Signore ha seminato nella nostra vita, si apre un nuovo anno e sentiamo il bisogno di sentirci benedetti, protetti, accompagnati dalla mano benedicente di Dio. In questi giorni una delle parole che abbiamo ripetuto più spesso è auguri; ecco, nella parola di Dio di oggi, Dio ci fa gli auguri, ci tende la mano, ce la stringe e ci dice: “Auguri! Io sono con voi! Coraggio, non siete soli, andate avanti, lottate per il bene, lottate per la pace, anche nei momenti in cui accuserete la difficoltà, la sconfitta non abbiate mai paura, io sono con voi, vi sostengo e sappiate che il vostro cammino, se è un cammino di fede, è un cammino verso la vita.

La benedizione della prima lettura è davvero l’augurio di Dio che sentiamo vibrare sulla nostra pelle: il Signore ti benedica e ti protegga, il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio, il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace. È il dono che davvero invochiamo dal Signore, a occhi bassi, perché sappiamo che questo grande dono che noi molto spesso lo abbiamo sciupato e smarrito con i nostri propositi, con le nostre parole, con le nostre azioni di guerra.  Ci presentiamo al Signore a chiedere questo grande dono per noi, per le nostre famiglie, per i nostri cuori, innanzitutto, e per il mondo intero: la pace.

Il Signore ci conceda pace!