OMELIA nella Memoria del 70° Anniversario del pio Transito del Venerabile Mons. Giuseppe Di Donna, Vescovo di Andria

03-01-2022

OMELIA
nella Memoria del 70° Anniversario del pio Transito
del Venerabile Mons. Giuseppe Di Donna, Vescovo di Andria
Andria, Chiesa Cattedrale, 3 gennaio 2022

Carissimi,

La scena che ci è stata descritta dalla pagina del Vangelo è decisiva per la nostra fede; ed è decisiva soprattutto per la missione di tutta la Chiesa. La Chiesa, infatti, in ogni tempo è chiamata a fare quello che fece Giovanni il Battista, indicare Gesù al mondo dicendo: “Ecco l’Agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!”. Lui è l’unico Salvatore! Lui è il Signore, umile, in mezzo ai peccatori.  E Lui toglie il peccato dal mondo non con il tocco quasi magico dei suoi poteri divini, ma prendendolo su di sé, caricandolo sulle sue spalle e portandolo sulla croce, dove offre in dono la vita per tutti gli uomini di tutti i tempi.

Ed è quello che ha fatto per l’intera sua vita il nostro amatissimo Mons. Giuseppe Di Donna, nel suo servizio al Vangelo, prima come missionario in Madagascar e poi come pastore di questa Chiesa di Andria. Oggi concludiamo un anno particolare di celebrazioni per ricordare il 70° anniversario del suo transito al cielo.

Certo, i tempi nei quali operò Mons. Di Donna erano profondamente diversi da questi tempi che oggi noi viviamo: allora lui si è misurato con le devastazioni provocate dalla guerra alla vita di tante famiglie di questa città e di questa chiesa, oggi viviamo tempi non meno difficili per le devastazioni che il tempo della pandemia ha portato e sta portando alla nostra Chiesa e alla società intera. La vita di tante famiglie ed ogni nostra attività di vita ecclesiale è stata ed è fortemente segnata da difficoltà e conseguenti scoraggiamenti e incertezze. Guardando alla Sua figura perciò, tutti riceviamo segni di una fede indomita e di un impegno apostolico senza misura a servizio del Vangelo e della vita della gente. Quell’impegno è per noi segno e modello di come dobbiamo rispondere noi, oggi, al travaglio che i tempi ci chiedono di attraversare.

L’eredità che Mons. Di Donna ha lasciato alla sua Chiesa è un corredo di virtù umane, cristiane e sacerdotali che davvero costituiscono una ricchezza infinita. E quella che più eccelle è certamente proprio quella della perseveranza nell’attraversare tempi davvero difficili e complessi.  La sua indomita fede unita ad una solida fiducia nella provvidenza gli permise di seguire con vigile e premurosa attenzione i difficili eventi legati alle ricadute che le vicende belliche portavano alla vita della gente, la sua gente, che amava e serviva con tutto sé stesso.

 

Ancora, proprio la sua la perseveranza unita profondamente alla sua umiltà, gli consentirono di spendersi totalmente per modellare sul Vangelo il gregge a lui affidato dal divino Pastore. E il vangelo lui lo predicava non solo con le sue parole, peraltro sempre attentamente preparate e studiate, sempre pronunciate con ardore apostolico, ma con tutta la sua vita di uomo e di pastore.   Fin dagli anni della sua giovinezza e dell’iniziale ministero presbiterale svolto in Madagascar, egli si è sempre speso in maniera piena senza risparmio e senza misura. E poi, accogliendo la chiamata al servizio Episcopale, con altrettanto impegno di perseveranza seppe spendersi per donare a tutti a tutti pace e consolazione in tempi di grande travaglio.

Ma soprattutto di fronte al deterioramento del tessuto sociale provocato dalla seconda guerra mondiale egli seppe infondere fiducia e speranza in un futuro da ricostruire col contributo operoso e generoso di tutti, superando scoraggiamenti e resistenze di ogni tipo. Anche oggi abbiamo bisogno di riscoprire questa evangelica virtù: la perseveranza e non scoraggiarci di fronte alle persistenti difficoltà legate alle complesse problematiche conseguenti al diffondersi della pandemia. Per cui siamo pienamente convinti che ancora oggi abbiamo bisogno di valorizzare l’impegno a coltivare questa virtù della perseveranza, sconfiggendo decisamente la tentazione dello scoraggiamento e del rifugio nella ricerca privata di ciò che ci piace e di ciò che ci serve per l’oggi.

Chiediamo dunque l’intercessione del nostro Venerabile Monsignor Di Donna perché tutti riprendiamo a sperare e a operare con spirito cristiano per la edificazione di una società che sta rischiando proprio di perdere la sua identità cristiana e smarrirsi in un dilagante consumismo sconsiderato e cinico, indifferente a ciò che provoca nell’intera società, soprattutto ai poveri e a quanti non hanno appoggi umani.

Sì, tutti noi, che stasera qui rappresentiamo la Chiesa che gli ha dato i natali e la Chiesa che lui ha presieduto come pastore, sicuri della sua presenza viva di intercessore, lo invochiamo, chiediamo il suo aiuto di Padre e Pastore. E certamente lui non ce lo farà mancare, così come da pastore zelante e santo non ha mai fatto mancare il suo impegno deciso a servizio del vangelo e degli uomini a cui la Provvidenza lo inviava.  Sicuramente, nei modi che la Provvidenza solo sa, egli non farà mancare il suo aiuto nel cammino di vita di tutti noi.

Ed infine, chiudendo queste riflessioni vorrei ricordare a tutti di non smettere, anzi di intensificare le nostre preghiere alla Santissima Trinità perché si degni di concedere quei segni che permettano di veder riconosciuta in maniera piena la sua santità, così che, dopo aver goduto dei suoi esempi di vita coraggiosa e santa, possiamo godere di avere un sicuro protettore dal cielo.

AMEN!