Omelia Seconda Domenica di Avvento

05-12-2021

OMELIA
Seconda Domenica di Avvento
Andria, 5 dicembre 2021
Letture:
Bar 5,1-9
Sal 125
Fil 1,4-6.8-11
Lc 3,1-6

Carissimi fratelli e sorelle,

Eccoci giunti alla seconda tappa del nostro itinerario di Avvento. Man mano che scorrono i giorni la Parola di Dio ci accompagna, si avverte nel cuore di tutti un clima sempre più fervido, fervido di un’attesa, di un desiderio: dobbiamo andare incontro al Signore. Ma per andare incontro al Signore dobbiamo, prima di tutto, aprire gli occhi, aprire il cuore e riconoscere quello che il Signore ha fatto per noi: ci ha donato la vita, ci ha donato la salvezza, inviando il suo Figlio Gesù. Dunque, l’atteggiamento più giusto per andare incontro al Signore è quello, prima di tutto, di riconoscere i doni di Dio. Ecco perché abbiamo ripetuto al salmo responsoriale le parole: “Grandi cose ha fatto il Signore per noi”. Ciò che ci chiede la Parola di Dio di questa seconda domenica di Avvento è di riconoscere che ciò che è accaduto nella storia duemila anni fa è stato ed è un dono immenso per l’umanità intera, non è merito nostro, è sempre e solo un dono gratuito.

Sì, gli uomini lo aspettano questo dono, lo cercano, ma quello che loro cercano poi è molto al di sotto di quello che realmente il Signore ci dona. Per dare un’idea potremmo fare questo esempio rivelatore, utilizzando il linguaggio delle cifre: noi ci aspettiamo dal Signore dieci euro e lui ci dona miliardi; questa è la proporzione, noi non abbiamo nemmeno l’idea di quanto è grande l’amore di Dio, è un amore infinito, noi siamo invece finiti, limitati, quindi immaginiamo sempre le cose in maniera limitata; il Signore davvero riversa sulla nostra umanità questa potenza immensa di amore. Ecco dunque le parole del salmo: Grandi cose ha fatto il Signore per noi!

E il Signore che ha fatto queste cose così grandi ne vuol fare ancora di più, vuole veramente che il suo disegno, cominciato duemila anni fa, sia portato a compimento per tutti gli uomini. Ma ci tocca dire che il Signore, che ha fatto così tanto, non farà altrettanto se non attraverso la nostra collaborazione. Dice un proverbio popolare che la roba regalata diventa, alla fin fine, roba disprezzata. E c’è questo pericolo: che noi non sappiamo apprezzare i doni e i regali così grandi e gratuiti che il Signore ci fa, doni che noi mai e poi mai potremmo meritare o pagare. Forse se li dovessimo pagare li apprezzeremmo di più; così succede: quando uno le cose se le deve pagare le apprezza.

Ma il Signore chiede un altro prezzo, non un prezzo in termini economici, non è un pagare, ma un impegnarsi, questo è il prezzo che il Signore ci chiede di pagare: l’impegno, l’impegno della conversione, rispondere alla sua grazia con un cambiamento radicale della nostra vita.

E ci aiuta in questa riflessione il brano del Vangelo dove ci viene riportata, in sintesi, la predicazione di Giovanni Battista, l’ultimo profeta, quello che ormai è come il banditore, colui che va avanti ad avvisare per dire: “È arrivato. Preparate la strada, preparate tutto perché è ormai arrivato il Signore”. Oggi abbiamo ascoltato nel brano del Vangelo uno squarcio della sua predicazione in riva al fiume Giordano, insistente il suo invito: “Preparate la via del Signore”. E dunque, chiediamoci: come dobbiamo preparare la via del Signore? Quelle che lui ci indica sono immagini, rileggiamo alcuni passaggi:

Innanzitutto: “Raddrizzate i suoi sentieri”. Proviamo a pensare: quando vogliamo andare in una località e abbiamo una strada piena di curve, ci stanchiamo e qualche volta rinunciamo pure ad andarci perché la strada non è buona; il profeta perciò dice: “Raddrizzate i suoi sentieri”. Raddrizziamo le nostre vie storte così permettiamo al Signore di venire da noi.

Un’altra immagine: “Ogni burrone sia riempito”. Oggi noi, quando ci mettiamo sulle autostrade, a volte, attraversiamo certi ponti altissimi e ci vengono quasi le vertigini nel contemplare il paesaggio da quei posti così alti. Il burrone come si riempie? Con il ponte. Allora nella nostra vita ci sono tanti burroni, i vuoti: i vuoti di amore, di giustizia, di perdono. Ecco, allora innalziamo ponti, riempiamo i burroni, raddrizziamo le vie storte.

E poi ancora: “I monti e i colli siano abbassati”, cioè: tutto ciò che è orgoglio e presunzione e che ci fa innalzare sopra gli altri, deve essere abbassato, altrimenti come fa il Signore a venire? Sono solo immagini ma ci fanno capire in che cosa deve consistere la nostra collaborazione, il prezzo che dobbiamo pagare perché il Signore venga.

Il Signore viene e non ci chiede di pagarlo questo prezzo in termini di denaro, ma in termini di impegno, cambiando il cuore, rinnovando la vita. Allora sì che lui viene, trova una bella strada spianata, viene e accade questo abbraccio solenne e festoso di grazia che è veramente ciò che noi aspettiamo al termine della nostra vita, l’abbraccio gioioso e festoso con Dio. Ma intanto nella fede e nell’impegno noi già da questa vita lo viviamo con gioia. Ecco, dunque la gioia del Natale verso la quale va il nostro cammino di Avvento. Cari fratelli, andiamo davvero con gioia e impegno incontro al Signore che viene.